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La filosofia di Amilcare Monteggia è apparentemente molto semplicistica, poiché è un uomo di poche parole.
Ma analizzando queste poche parole, si scopre un mondo profondo nel quale il concetto di estetica (filosofia dell'arte) emerge in maniera molto complessa e dettagliata.
L'arte, Amilcare Monteggia la definisce come tutto e nulla, secondo chi la pronuncia e in quale contesto lo fa.
Per il vero artista, l'arte rappresenta la sublimazione del concetto di vita.
Partendo da ciò, si può certamente affermare che Amilcare Monteggia ha fatto dell'arte il suo punto fermo, sulle cui solide basi, con idee chiare e con la coerenza che lo contraddistingue, l'artista ha dato vita a tutte le sue opere.
L'opera artistica deve essere innanzitutto il frutto di un immenso piacere e non un "obbligo" di produzione: ogni opera nasce da una sensazione casuale che, dopo essere stata elaborata, è plasmata e riprodotta sotto forma di disegno o scultura e durante tutto il processo è accarezzata ed amata dall'artista.
Da sempre creature e mondi fantastici popolano l'arte e in molti casi ne sono stati i grandi protagonisti.
La capacità dell'artista sta nell'essere in grado di dare corpo e vita alle proprie sensazioni: le idee prendono forma in un lampo nella mente e la mano risponde ad istinti e a sensazioni che la guidano verso la rivelazione di ciò che prima era solo sensazione.
Allora come possiamo scindere l'arte dalla fantasia? Non si può: donne, uomini, creature e paesaggi vivono nella nostra mente e la nutrono; l'arte li rende visibili agli altri.
L'arte è "prendere consapevolezza", spogliarsi delle mille maschere che nascondono l'individuo a sé stesso, lo tengono artificialmente lontano dall'eterno nocciolo delle questioni: chi sono, da dove vengo, quanto mi resta da vivere.
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