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Amore, fonte inesauribile di forti emozioni, passione devastante. Questo è per Amilcare Monteggia la pittura. Non si tratta del banale desiderio di riportare sulla tela ciò che vede o ciò che prova, c'è un qualche inspiegabile bisogno di esprimere tutto sé stesso nelle sue opere che lo spinge a creare, in continuazione, senza pace.
Per Amilcare Monteggia, la pittura è il veicolo che gli permette di trasportare le proprie emozioni verso l'esterno, facendo partecipare chi osserva una sua opera alla gioia provata nell'esecuzione della stessa.
La pittura è quindi vista e vissuta come attività non finalizzata ad esprimere la bellezza trascendente ed assoluta, ma il sentimento, l'emozione, la percezione individuale di una bellezza che è indefinita, fuori dai canoni, svincolata dal reale, contaminata dal sentimento dell'angoscia individuale, del disagio esistenziale, della disperazione.
Picasso asseriva con estrema convinzione che dipingere non è un'operazione estetica, ma è una forma di magia.
Questa magia, Amilcare ce la rende visibile attraverso la sua pittura.
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