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le
tecniche della scultura...
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scultura in pietra
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scultura in bronzo
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scultura in legno
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bassorilievo in legno
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• scultura in pietra
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Il termine scultura indica in senso ampio ogni realizzazione artistica tridimensionale, che in latino si articolava in "marmoraria", cioè la lavorazione del marmo o della pietra, "statuaria", cioè l´esecuzione di statue in bronzo, e "plastica", cioè la modellazione in creta o in cera. Ma a partire dal Rinascimento, "scultura" identifica per antonomasia l´arte di realizzare forme asportando progressivamente parti di materiale da blocchi di marmo o pietra.
La caratteristica essenziale delle pietre usate dallo scultore deve essere la compattezza, perché il blocco deve opporre una resistenza uniforme alla lavorazione senza sfaldarsi o rompersi lungo direttrici di frattura.
I modi fondamentali usati dallo scultore per lavorare la pietra sono tre, e ad essi corrispondono i gruppi fondamentali di strumenti usati. Gli scalpelli di varie forme, battute con le mazze e i mazzuoli, servono per far saltare dal blocco schegge più o meno grandi; i trapani di vari tipi vengono impiegati per forare la pietra; lime e abrasivi naturali (pomice, smeriglio, ecc.) ne levigano infine la superficie.
Nella scultura in pietra l'uso del modello preparatorio non è strettamente necessario. L'artista può iniziare il suo lavoro intagliando direttamente il blocco, senza far precedere alla fase esecutiva una fase di progettazione. In pratica però, dato che ogni modificazione apportata ad un materiale duro è definitiva, in quanto non è possibile aggiungere ma soltanto levare la materia, sin dai tempi più antichi si pensò di usare dei modelli che servissero per l'elaborazione iniziale dell'idea plastica e come punto di riferimento durante la lavorazione del blocco.
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• scultura in bronzo
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Il sistema della fusione a cera persa è stato fino dall'età del bronzo il più funzionale per la lavorazione del metallo a fini artistici e ornamentali. Non si sa con esattezza la data del primo utilizzo di questa tecnica, esiste però una statuetta indiana risalente al 5000 a.C.
Innumerevoli maestri del fuoco si sono succeduti nell'arte del bronzo, utilizzando un processo che non è sostanzialmente cambiato da millenni. La tradizione veniva trasmessa oralmente di padre in figlio con un insieme di regole segrete e quasi magiche.
E' con Benvenuto Cellini che si ha la prima codificazione del metodo: la sua "Fusione del Perseo" costituisce, infatti, il primo trattato sulla fusione a cera persa, ed è un punto fermo nella storia di questa tecnica.
Oggi la fusione a cera persa contribuisce in modo fondamentale al processo di diffusione dell'arte ad un pubblico più vasto. Nel caso della scultura, infatti, gli alti costi e le difficoltà tecniche sembravano un ostacolo insormontabile. Ma l'esigenza di aprire un dialogo nuovo con il pubblico è divenuta lo sprone al superamento delle difficoltà.
La lavorazione delle opere risultanti dalla fusione a cera persa è piuttosto complessa e consta di diversi passaggi. L'artista modella la scultura direttamente in cera, oppure in altri materiali se li ritiene più consoni al proprio linguaggio. In quest'ultimo caso la cera, copia fedele dell'originale, viene ricavata da un calco realizzato sul modello.
L'opera di cera viene rivestita da una materia refrattaria che le deve aderire perfettamente e che dovrà conservare l'impronta in negativo. L'insieme di cera e refrattario è quindi portato ad alta temperatura in un forno fino alla completa volatilizzazione della cera (da cui la definizione "cera persa"). Il metallo fuso viene colato nelle cavità prodotte dalla scomparsa della cera.
La scultura in bronzo è quindi liberata dal refrattario, rifinita e patinata.
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• scultura in legno
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L'artista schizza dapprima un bozzetto dell'opera che intende realizzare. In seguito crea un modello tridimensionale in materiali che variano secondo il caso (plastilina, creta, gesso, sagex, ecc.).
Il pregio di una scultura e' anche dato in larga parte dal legno scelto. Di solito, prima di iniziare un lavoro, è doveroso esaminare il legno scelto, analizzando le sue caratteristiche. Difetti, curvature, radici e nodi possono essere sfruttati per ottenere risultati molto interessanti; il legno è composto di fibre longitudinali e quindi vincola le possibilità di modellarlo: un bravo scultore prima di fare delle scelte di carattere operativo, tiene sempre presente la venatura che lo aiuta a scolpire il materiale in armonia, sfruttando al meglio la sua natura. Per sculture o intagli di piccole dimensioni si può usare il legno più duro; viceversa per sculture di grandi dimensioni si usa il legno tenero. La crescita veloce di un albero genera legno dolce mentre la crescita lenta produce legno più consistente. A questo proposito, si possono riconoscere piante a legno tenero come il tiglio, il pino cembro, l'abete e il salice, e a legno duro come il noce, il bosso, l'olivo, la quercia, l'acero, il rovere e il frassino.
Il legno stagionato viene tagliato in blocchi di varie dimensioni. Lo scultore seleziona i pezzi perfetti per il suo lavoro. Con l'aiuto del tornio viene dato al blocco di legno selezionato un primo rudimentale abbozzo dell'immagine che si dovrà ricavare.
In seguito, la scultura dei dettagli richiede, oltre all'abilità dell'artista, anche molta passione e l'impiego di un complicato set di utensili forgiati a mano.
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• bassorilievo in legno
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Il bassorilievo è un'opera plastica nella quale le figure e gli oggetti scolpiti o modellati sporgono poco dal fondo. I bassorilievi furono una forma d'arte praticata fin dalle età più antiche, per la quale vennero utilizzate diverse tecniche scultoree e vari materiali, dalla pietra al bronzo. Il bassorilievo si distingue dalla statuaria, non solo perché le sue figure aderiscono al fondo, ma anche perché l'esecutore deve risolvere problemi simili a quelli che si incontrano nella pittura: ad esempio, la resa della profondità spaziale e l'articolazione di quadri e scene in sequenze narrative. Sovente i bassorilievi fanno parte della decorazione architettonica di un monumento, ma possono costituire anche opere autonome.
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